Un post per dire GRAZIE a tutte le persone della mia vita e dedicata a chi ha a che fare spesso con le date di scadenza.
La
felicità ha una data di scadenza. Punto. Non c’è discussione. E non perché non
si è in grado di rintracciarla. Quando c’è, la si riconosce: ti prende tutta,
la senti nell’anima, sul corpo, nelle viscere. No, non perché è più facile
commiserarsi che pensare positivo, trovare un capro espiatorio, vedere il mondo
marcio. No: la felicità ha una scadenza, che non conosci. La trovi così, per
caso, durante una giornata trascorsa insieme alla persona che ami, nelle
vacanze passate all’insegna della tavola-divano-abbracci, in fondo a week end
di frenesia inesprimibile dove ciò che conta è solo la tua capacità di
adattarti al breve ritmo sonno-sveglia, alle coincidenze dei mezzi, alla
scarsezza di cose buone preparate da sapiente mani di chef. E quando la trovi
ti crogioli al pensiero che possa durare, questa volta per sempre, anche al di
là delle date che sono segnate sul calendario, degli impegni segnati sulla tua
agenda, dei frequenti discorsi sul “Quando rientri? Come ti trovi? Com’è il
clima lì?”. Così tanto che la consumi tutta, come se non esistesse un domani,
come se non ti fossi mai cibato di una cosa più buona al mondo. E quando arriva
la scadenza, ti senti così sazio che di quegli abbracci, abbuffate, giorni
leggeri potresti stare a digiuno per mesi. O anche no.