La Festa della Donna ha sempre un sapore speciale per me...non solo di mimose o di dolci, che pure appagano lo spirito ed il corpo, ma soprattutto di ricordi di personaggi che, in qualche modo, meritano un posto d'onore come testimoni di un mondo femminile sempre alla ricerca di una propria definita identità e, come conseguenza, in perenne battaglia contro gli stereotipi, i luoghi comuni, le violenze.
Quest'anno, il mio personale pensiero va ad una ragazza ebrea, protagonista di un racconto di Isaac B. Singer, costretta a
travestirsi da uomo per accedere allo studio del testo sacro ebraico. Perchè? La sua storia è stata presa ad esempio per descrivere la “Sindrome di Yentl”, una certa forma di sessismo che alle donne limitava, tra gli altri, non solo il diritto allo studio ma anche l'accesso alle cure delle malattie cardiovascolari, erroneamente ritenute, come
frutto di un retaggio culturale, meno frequenti nel sesso femminile.
Una bizzarra considerazione se, al contrario, oggi più che mai, è rivendicata la declinazione al maschile ed al femminile dei problemi di salute, che tenga conto nel complesso delle peculiari variabili biologiche. Una "cultura di genere" come nuova branca della Medicina che ha trovato recente sostegno attraverso la nascita della prima rivista scientifica italiana
dedicata alla Medicina di genere “The Italian Journal of Gender-Specific
Medicine”, pubblicata da Il Pensiero Scientifico Editore con il contributo di
Novartis Italia.
Il mio augurio per l' 8 Marzo è, dunque, di ricordarci della nostra diversità. Ed anzi provare a promuoverla e valorizzarla.
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